27/04/16

Fai schifo sei un grande ammazzati sposami

Qualche giorno fa mi è stato detto che il blog è scritto male. Per carità, condivisibile visione per questa accozzaglia di parole. Però si riprende il discorso del vecchio post nel quale spiegavo come tutti siano molto bravi a fare i critici nel momento in cui non alzano un dito.
Al tempo stesso io scrivo un blog pubblico che chiunque può leggere pertanto va bene subire dei pareri negativi senza offendersi.
Vaffanculo

La sera stessa ho incontrato un amico che non vedevo da decenni che, presentandomi alle persone al suo tavolo, ha detto Hey ma lui è il RagnoVelenoso!
Stretti di mano, abbracci, complimenti, Le tue NRG sono fantastiche, facciamo del sesso epistolare*, hai un pene enorme*, dovresti chiamarti Ragno SuperDotato*, Ecco a te 50.000€*.
*frasi inventate

Tutti sanno leggere, pochi sanno scrivere.
Tutti sanno giudicare, pochi sanno mettersi in gioco.

(Mettersi in gioco? Con un blog che vanta 30 visualizzazioni al giorno quando va bene? Ma cosa cazzo stai dicendo?)
Vabbè mi è uscita male, distraetevi con le tette per farmi pensare a cosa scrivere.
Tifose del Ragno ai mondiali di pisello piccolo
Qual è il punto?
Se volete fare delle critiche costruttive bene, altrimenti andate a fare in culo e leggetevi il Super Almanacco di Paperino.

Sì sono permaloso.

21/04/16

Sole

Scavando nei meandri dei miei dispositivi di memoria più o meno obsoleti (ho un hard disk da 320 Giga identico ad un tostapane) ho trovato questo racconto scritto di mio pugno, che per una volta ha fatto un mestiere diverso dall'onanismo, di molti anni fa.
Diciamo quando ero convinto di poter fare lo scrittore da grande.

Sole non sapeva molto della vita ma una certezza la aveva già: da grande avrebbe fatto la fotografa.
Al contrario delle sue amichette che passavano giornate intere davanti ai negozi di vestiti, lei amava perdersi dentro ad un album per ore. Quando sfogliava quelle pagine il tempo si fermava. Riusciva ad assaporare ogni singola fotografia.
Trascinava sempre la sua bellissima mamma davanti al fotografo del paese nella speranza di scorgere qualche nuovo scatto, magari di una neo sposa.
Adorava le spose, erano così belle e felici. Per questo motivo spulciava continuamente l’album del matrimonio della madre: lei vestita di bianco con quel sorriso genuino, sincero.
Vicino a lei un uomo, vestito con un completo nero molto elegante, un gilet grigio fumo sopra ad una camicia azzurra, quasi bianca. Indossava anche una tuba che copriva i suoi capelli biondi e corti. Proprio come Sole, “la bellissima bimba bionda con gli occhi azzurri” come la chiamavano gli anziani del paese.

Quell’uomo era suo padre, la mamma gliene parlava ogni giorno. Le raccontava quanto fosse buono e gentile quel signore molto elegante della foto. Le diceva che ogni sera, prima di andare a letto, leggeva una fiaba alla sua piccola, anche se lei non aveva nemmeno un anno.
-  Guarda che anche se gliela leggi tutta non capisce
-  Non importa, mi interessa solo che senta la mia voce
Sole guarda le foto, non risponde a sua mamma perché si sta concentrando sul viso di quell’uomo così bello, così abbronzato. Niente, non riusciva a ricordare un solo momento passato con lui, una sola carezza, un solo bacio affettuoso prima di sprofondare tra le braccia di Morfeo.

Mamma Claudia parla di lui come un eroe, racconta alla figlia che è dovuto partire per un viaggio lungo e che ora è molto lontano.
-  Il tuo papà è andato ad aiutare tanti bimbi che non erano fortunati come te, che non hanno una famiglia come la tua che li ama tanto.
Sole stringe gli occhi sulle fotografie, come a mettere a fuoco qualche dettaglio nascosto all’interno di quelle immagini. Prende fiato con la bocca per emettere un suono. Poi scuote la testa e inspira col naso: il ricordo è troppo, troppo sfocato per poter dire qualcosa.

Le lettere che arrivano a casa Sole non sa ancora leggerle: se le fa leggere dalla mamma e lei, ogni volta, le dice che è suo padre, che sta bene e che sta aiutando tante persone.
-  Devi essere orgogliosa di papà, sta facendo del bene
Ma Sole non capisce perché il suo papà deve andare così tanto in giro per il mondo invece che tornare lì da lei. Perché non torna a leggerle le fiabe, a farle le coccole, a darle un bacio.

Mentre la mamma prepara la cena nell’altra stanza, Sole sta armeggiando sulla poltrona con la sua fotocamera giocattolo mentre la televisione riempie la casa di immagini e notizie che nessuno sta ascoltando. Tra il rumore del frullatore e i click della macchina fotografica, la bimba bionda dagli occhi azzurri sente le parole “guerra”, “attentato”, “tragedia”. A Sole hanno insegnato che la guerra è brutta, che i bambini come lei soffrono durante la guerra e che solo le persone buone e coraggiose possono andarci. Un giorno disse alla sua mamma che sarebbe partita e avrebbe portato tutti i suoi giocattoli per far felice qualche bimbo come lei. Non capì le lacrime che seguirono né l’abbraccio che le diede sua madre.

Sole adesso sta ascoltando attentamente: tanti paroloni non li capisce ancora ma è sicura che sia successo qualcosa di brutto a qualcuno. Così poggia il suo giocattolo sul tavolino di cristallo e si avvicina alla televisione.
-  Sole vai a lavarti le manine che è quasi pronta la cena!
La mamma sta urlando dalla cucina ma lei è completamente rapita dalle parole e dalle immagini che escono dalla televisione. Stanno dicendo che “Un uomo è caduto in battaglia” mentre altri uomini vestiti eleganti, come suo padre nelle foto dell’album, dicono che “Questa morte sconvolge tutto il paese”.
-  Sole dove sei finita? E’ già in tavola!
La mamma è entrata nel salone e la vede inginocchiata davanti alla tv che sta trasmettendo la foto di un uomo vestito come un militare, con la mimetica verde e il caschetto.
Sole l’ha sentita, si gira con gli occhi spalancati. Vede la mamma che si appoggia le mani sul volto e comincia a piangere.

Sole trema e sta per cominciare a piangere. Prima di scoppiare in lacrime riesce a dire un’ultima piccola parola alla sua mamma

-  Papà?

Fatemi sapere se vi è piaciuto, da domani tornerò a scrivere cazzate lo prometto

11/04/16

Chi non fa, non fa

Sebbene io sia una delle persone meno socievoli e altruiste della storia dell'umanità, mi è capitato di recente di fare/regalare/portare oggetti per il pubblico utilizzo qui in azienda (in sala mensa).
Le prime reazioni alle quali ho potuto assistere sono state

  • attenzione che esplode
  • minchia se lo usi ti viene il tetano
  • cosa cazzo vi è venuto in mente di portarlo?
  • grazie
  • dobbiamo anche pulirlo?
  • come si usa?
  • avete chiesto il permesso?
  • avete chiesto il permesso?
  • avete chiesto il permesso?
Ovviamente nessuno ha speso denaro però sono stati spesi tempo e fatica.
Non mi aspettavo chissà quanti ringraziamenti, perchè ciò che abbiamo fatto è stato anche per noi stessi, ma vedere reazioni così negative e di scherno mi ha fatto pensare che siamo veramente una popolazione di merda (soprattutto noi genovesi, va detto).
Siamo la società del Se non fai non sbagli e nessuno ti criticherà ma nel caso in cui tu faccia allora sarai bersaglio di battutine, suggerimenti, ipotesi, modifiche, prese in giro...

Inutile dire quanto abbia già litigato e discusso con un paio di idioti che hanno fatto i simpatici per sembrare dei bulletti di periferia da quattro soldi.
Inutile anche aggiungere quanto mi sia passata la voglia di fare qualcosa per questa azienda (ma qualsiasi altra avrebbe ottenuto lo stesso risultato a mio avviso) per ottenere come unico riconoscimento un bel Ma chi te l'ha fatto fare?

Questa situazione mi ha portato a fare dei ragionamento un pelo più profondi sulla questione volontariato (di qualsiasi natura) e come le persone che usufruiscono di questo servizio diano tutto per scontato a loro favore.
Come i volontari della croce o i volontari che scrivono blog per informare/aiutare (non certo questo, ci mancherebbe), i volontari che nel pianerottolo ti cambiano la lampadina, quelli che donano il sangue, quelli che ti chiedono se hai bisogno di una mano per fare il trasloco o quelli che ti offrono un passaggio per tornare a casa.
Si accettano volontari per farsi infiocinare
(ma è Buffy l'ammazzavampiri?)

Beh per me voi siete degli eroi ma sappiate che ci sarà sempre qualcuno che vi dirà Certo che potresti anche farlo meglio eh.

Avrebbero potuto anche non farlo, brutto coglione.

06/04/16

Molti nemici, poche spese

Il bello di avere un blog anonimo è che puoi scrivere quello che ti pare della tua vita solo omettendo i nomi dei protagonisti e non sarai mai scoperto.
Il brutto di avere un blog anonimo ma essere egocentrico è che dici a tutti che quel blog lo scrivi tu quindi capiranno che stai parlando di loro e ci litigherai.
Questo potrebbe essere uno di quei post.

Ormai avrete capito che la mia sociopatia galoppante ha raggiunto vette inimmaginabili pertanto ogni situazione "social" reale può indispormi.
Specie se non organizzata da ME alle MIE condizioni.

La domanda del giorno è: ma vanno ancora di moda le mangiate in pizzeria / ristorante una volta superati i 30 anni di età? (non che io li abbia superati, intendiamoci..................)
Ritrovarsi in una dozzina (se va bene) di persone ad una tavolata ed essere costretti a parlare con i propri vicini e con quello di fronte, può essere divertente?
Restare seduti dalle 2 alle 4 ore con rischio di piaghe da decubito e orchite cronica può interessare?
Spendere dai 25 ai 50 € perchè c'è sempre lo stronzo che beve 4 medie rosse e/o 6 amari e/o 2 bottiglie di vino può rendere felici?

Qualora non lo aveste capito, per tutte le domande sopraccitate la risposta è NO.
Foto inutile non correlata al post ma di indubbia ilarità
Non è complicato fare un bell'aperitivo MAGARI all'aperto, MAGARI tutti in piedi, MAGARI che tutti interagiscono con tutti, MAGARI dove si spendono 12€ al massimo con un paio di bevute.
In quel caso MAGARI verrei.

Altrimenti ho il ciclo.
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