Lui figlio della lattaia di fronte, io che andavo a scuola poco più avanti e aspettavo mia madre che si conciasse i capelli dalla parrucchiera (contigua alla latteria). Ore e ore a giocare con una pallina "d'emergenza" in un faticosissimo 1 contro 1 oppure, qualora fossimo troppo stanchi, nella sfida più classica: quella dei rigori.
Le regole erano semplici: non toccare la palla con le mani e non finire in strada schiacciati da una 4x4. Si poteva anche fingere di parlare con qualcuno in modo da distrarre il portiere e siglare senza difficoltà (era permesso esultare come pazzi con la maglia girata sulla testa alla Ravanelli).
Non ricordo nemmeno un punteggio di quelle partite, migliaia di gol sprecati che nessuna tv, nè pubblica nè privata, trasmetterà mai. Nemmeno le molestie sui passanti si contavano più: le anziane che invadevano palesemente il campo, subivano le peggiori angherie col rischio di franare in area di rigore. Ed essere ammonite per simulazione.
Quando sono passato da quello scorcio di asfalto, che per noi era il Camp Nou, ho realizzato la banalità delle banalità: il tempo passa troppo in fretta.
La latteria, dove pesavo gli ovetti kinder per scoprire se all'interno poteva esserci la Ranoplà, è ormai chiusa e abbandonata. Solo due saracinesche chiuse al suo posto.
La parrucchiera si è trasferita lontana da lì, lavora in un centro commerciale come commessa e la figlia, nata mentre io festeggiavo un gol al 92esimo, compirà 18 anni ad ottobre. Non la vedo da almeno 10. Credo mi debba un po' di riconoscenza viste le lunghe camminate, con lei nel passeggino, e le risate che le facevo fare.
La porta sotto la curva sud, quella adibita ai calci di rigore, è stata usurpata da qualche motorino che la usa come parcheggio abusivo.
Ma soprattutto il terreno di gioco sembra molto più piccolo, 2 metri di larghezza (a dir tanto) per 6 di lunghezza. Un fazzoletto di asfalto che sembra enorme quando sei piccolo. Con tua madre che urla "Andiamo a casa" e tu, mentre lei si avvicinava minacciosamente continuando ad urlare, che rispondi "Faccio questo e arrivo" sudato marcio manco fossi uscito dalle Terme di Caracalla.
Quei 10 metri quadrati era tutto quello che serviva per stare bene e divertirsi.
Ora i ragazzini hanno bisogno di tutto il mondo, con la vita online, per svagarsi. Necessitano di un videogame statico per passare due ore della loro giornata. Non si va più dall'amico a giocare a Monopoli o Risiko perchè, spesso, il genitore non può andarlo a prendere. Molto meglio una console. Più sicura. Più immediata.
Più morta.
Gli anni d'oro del grande Real...
sei un grande i tuoi racconti sono sempre bellissimi ed è vero che quando cresci quello che ti sembrava immenso si riduce, non perchè si cresce, ma perchè con gli occhi dei bambini si riesce a vedere sempre cose più grandi di quelle che in realtà sono.
RispondiEliminaMago, vorresti sposarmi?
RispondiEliminabravo, questo si....
RispondiEliminak
"Qui una volta era tutta campagna"… Ok, devo ammettere che ci penso ogni tanto anch'io a cose di questo genere, a volte anche molto più piccole e banali, basti pensare d’estate quando percorro la “Consortile di Mirasole” (un lembo di asfalto maltenuto, largo 1,5 mt, doppio senso di marcia, in mezzo ai campi di riso e granoturco tra Opera e Rozzano) e l'odore "di fosso" che resta incatenato per quella stradina all'ora del tramonto, 30 °C, con il 254% di umidità e tafani grossi come Balotelli, mi ricorda che il giorno che non vedrò e sentirò più quelle cose un pezzo della mia vita sarà morto…
RispondiEliminaPerò fa tanto “vecchio” pensare sempre al passato… Ok, i ragazzetti di oggi non proveranno un sacco di cose che noi abbiamo fatto, però io a 10 anni non sapevo neppure accendere un computer o leggere una mezza parola inglese, loro invece si fanno i compiti in java e sognano in 4 lingue diverse… Anche questo fa parte dell’evoluzione dell’uomo, almeno credo…
Si era semplicemente più liberi, questa non è evoluzione è restringemento delle facoltà di pensare,di scegliere e di sognare di una persona. Bravo Ragno!
RispondiEliminasplendidi i ricordi del calcio "di strada", quando SE ANDAVA BENE avevi un campo vagamente piano e un pallone, ma più probabilmente usavi una lattina di fanta schiacciata col piede, in una specie di "calcio-hockey" di violenza inenarrabile, o al limite un grumo di fogli di giornale e nastro adesivo che si decomponeva al secondo tackle...
RispondiEliminaperò non mi lascerei andare al "i ragazzi di oggi invece...": ogni generazione ha i suoi pro e i suoi contro, le sue tradizioni, i suoi rituali, e nessuno è a prescindere migliore o peggiore di altri, è il fatto di averli vissuti che ce li fa sembrare più "veri" e significativi di quelli di oggi.
d'altronde tu giustamente ricordi con affetto gli ovetti kinder e le ranoplà, il commodore 64 e il mangiacassette, che per noi sono una "tradizione"...ma i nostri genitori, quando eravamo noi i ragazzini, si lamentavano dicendo che "Ora i ragazzini hanno bisogno di tutto il mondo per svagarsi, noi non avevamo gli ovetti kinder e il commodore 64, ma solo la marmellata sul pane e le biglie coi ciclisti".
è una ruota che gira, prima o poi passeremo anche noi dalla parte dei "vecchi" che si lamentano (ingiustamente) dei "giovani" e dei valori che sono andati perduti (e non è vero)... ma aspettiamo ancora un po' dai, rinviamolo ancora un po' quel momento! ;D
Ma io pensavo che giurle bestemmiasse soltanto....
RispondiElimina@Dave & Fletcher: avete ragione e, probabilmente, mi sono espresso male. quello che volevo dire non è tanto che le sorpresine Kinder sono state sostituite da Call Of Duty, assolutamente no! quello che mi fa male è sapere che i ragazzini preferiscono passare il pomeriggio in casa davanti ad una consolle piuttosto che in giro a (NON) prendere della patata con i propri amici. sta morendo la socializzazione.
RispondiEliminal'apoteosi è stata raggiunta da un mio amico il quale mi disse "comprati trivial pursuit per Xbox, è fighissimo e poi possiamo giocarci in Live!" la mia risposta è stata "ma vederci a casa tua o mia e giocare a quello cartaceo?"....
E' tipico di ogni generazione ritenere che la propria generazione se la sia passata meglio, in gioventù, di quella successiva, solo che la nostra generazione ha ragione.
RispondiEliminaEravamo umani noi, Ragno, dici niente??
RispondiEliminaBello. ;)
Dani, i nostri genitori/nonni/zii pensavano che noi preferissimo passare il pomeriggio in casa davanti alla tivvù (e, poi, alle prime console) piuttosto che in giro a (NON) prendere della patata con i nostri amici.
RispondiEliminae invece noi, pur avendo avuto la tivvù e le console che i nostri genitori non avevano, un discreto impegno a (non) prendere della patata ce l'abbiamo messo!
Io ricordo ancora l'odore di erba tagliata dell'asilo e se penso che quell'odore lo sente ogni giorno Balotelli al posto mio mi fa incazzare ahah
RispondiEliminaquando scrivi cosi' mi fai impazzire....
RispondiEliminaanche cri vorrebbe sposarti? sono geloso :-)
RispondiEliminaformate una fila ordinata che vi sposo a tutti uno per volta!
RispondiElimina@Fletcher: vero, troppa tivù. Ma non eravamo mai soli a vederla (nè indossavamo delle ridicole cuffie con microfono)
@Danx: hai appena spiegato, in 3 righe, perchè balotelli sia un pezzo di merda
Le improvvisi ancora queste cose, Ragno? Ogni tanto bisognerebbe farlo, Ragno. Ogni tanto...
RispondiEliminanon credo di aver capito...
RispondiEliminaNo, dicevo solo che per percepire il campo come da piccoli, bisognerebbe tornarci un po' piccoli a volte. E non basta mettersi in ginocchio per farlo.
RispondiEliminaNon finirò di lottare contro il: noi eravamo bravi e umili, i giovani d'oggi fanno schifo. Non è vero. Giocavamo in strada noi, giocano pure loro, dove possono. Sono i vecchi a cambiare il mondo, salvo poi dare la colpa ai giovani d'oggi.
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